Di buon mattino salgo sul Gran Sasso, mi dispiace solo che la neve si sia quasi tutta sciolta, 20 gg fa avevo visto le immagini di un freelander e ce n'era parecchia. Comunque lassù mi ci fermo buona parte della giornata, e non c'è anima viva. Faccio una bella camminata e anche un bel pranzetto, non me ne andrei più via, ma al pomeriggio si alza un vento di maestrale fortissimo che mi convince a partire.
Scendo a Santo Stefano di Sessanio, il paese è deserto, solo gatti e qualche muratore. È stato parecchio risistemato dopo il terremoto, è un borgo veramente caratteristico, abbarbicato su una rocca con viuzze e scalette e passaggi stretti dappertutto.
A questo punto, anche se è un po'tardi decido di spostarmi nel parco nazionale d'Abruzzo, tanto non devo prenotare niente e mi sento abbastanza riposato. Arrivo a Pescasseroli comunque per le 8 di sera, non posteggio nell'area camper perché troppo isolata d'inverno e mi metto a 50 mt dal comando dei carabinieri, nel posteggio dietro la posta.
Faccio un giro in centro con Zampa.
I locali mi avvisano subito dei lupi (quelli veri, non come in foto!) vengono fino al fiume (che passa nel paese) e proprio nell'area camper e giochi dei bimbi. Mi dicono di non preoccuparmi che alle persone non fanno niente, ma il cane lo finiscono in pochi secondi. Il problema non è solo questo, ma anche che nel paese vagano liberi cani da pastore, uno in particolare è un pastore corso maschio , un molosso che sembra una pantera. In diversi mi dicono che è bravo, ma con il cane maschio non sanno come si comporta. Passando vicino a una casa uno di questi esce dal cancello e azzanna al collo Zampa, per fortuna solo per avvertimento, riesco a dividerli mentre lui urla disperato.
Insomma, ho paura a far fare i bisogni a Zampa prima di andare a dormire e al mattino, quindi decido di andarmene subito dopo la colazione.
La strada che si delinea nella mia mente mi porta con un lungo trasferimento alla costa del Cilento, voglio percorrerla tutta da Agropoli a Sapri (l'interno i questa regione lo ho già fatto in pieno covid quando feci il giro dei parchi del sud).
Dopo l'ordine e la pulizia delle colline marchigiane e delle montagne abruzzesi, l'impatto con la Campania è devastante: ogni volta che vengo al sud mi sembra che la plastica e la spazzatura abbandonata ai lati della strada aumenti sempre di più. Tutto il parsaggio è devastato, disordine, macerie, spazzatura e persino prostituzione lungo la strada.
Dopo il Cilento vorrei andare direttamente in Sicilia, ma per un attimo devo vincere la voglia di tornarmene a casa.
A volte quando si viaggia soli ci sono quei momenti di leggera depressione, che ti chiedi cosa ci stai fare in quel momento in un certo posto, con l'esperienza ho imparato a vincerli, a cercare qualcosa di positivo che di nuovo dia vigore alla voglia di scoprire sempre cose nuove, alla mia curiosità innata.
Faccio un giro nel centro storico di Agropoli, prendo un caffè e chiacchero un po'con la ragazza del bar, per loro questo è il periodo più morto della stagione. Mi siedo su una panchina e decido dove andare,per fare un minimo di programma. E riparto, finisco a Castellabate, bel borgo tenuto come un confettino, finalmente curato e pulito.
È famoso non solo perché ha un bel castello che visito (biglietto di ingresso bel 1 euro, Zampa gratis) ma perché ci hanno girato il film "Benvenuti al Sud" con Bisio.
Alla fine si sta tanto tranquilli che decido di passarci la notte, il posteggio di inverno è deserto e non si paga. Questa è la vista che questa sera avrò dalla finestra della mia villa:
Al mattino faccio ancora un giretto in paese, quando sto per partire osservo una signora che tenta di avviare una Fiat Punto che è tanto consunta che non si capisce neanche che colore aveva quando era nuova. La batteria muore dopo pochi secondi, mi avvicino e mi offro di fargliela partire con il mio avviatore, quello che portavo una volta in moto. Anche questa volta l'apparecchio fa il suo dovere, la signora non finisce più di ringraziarmi.
Finalmente parto per farmi tutti i paesini della costa cilentina, è un giro più adatto alle moto, le strade sono strette, tortuose e sconnesse, tipo quelle delle cinque terre della Liguria, a tratti anche peggio.
Carino Acciaroli
Ad un tratto in cui la strada si inerpica in montagna la strada stessa è interrotta. L'alternativa che danno è andare al Vallo della Lucania, strada infinita e che abbandona la costa. In realtà ci sono dei blocchi di calceatruzzo che delimitano la larghezza del passaggio a 2 mt, un permesso per i residenti solo con tempo buono e mille raccomandazioni.
Decido di passare lo stesso, e credetemi che mi prendo un bel rischio.
È franata mezza montagna, per circa 1 km bisogna zizzagare tra onde di asfalto impazzito, quasi da ribaltarsi. Il peggio deve ancora venire, gradini di almeno 30 cm e poi una salita, anzi una gradinata che devo fare in prima con le ruote che spesso slittano. Esco di li e tiro un bel respiro, è andata bene.
Dopo altre mille curve finisco a Sapri, che segna la fine di questo tratto di costa e che conosco bene. Passo la sera in paese e mi fermo nel porto turistico per la notte, insieme a un camper di francesi.
In paese hanno posato una bella statua sulla passeggiata a mare, raffigura la spigolatrice di Sapri, una triste storia ben descritta da una poesia di Mercantini di metà 800.
Il giorno seguente è un giorno di trasferimento, se giro d'italia deve essere non posso fare a meno di andare in Sicilia, sento dentro questa forza che mi spinge. Mi alzo presto e parto, è il primo giorno di pioggia (a tratti), con venti forti di burrasca.
Faccio tutta una tirata, pri.a di imbarcarmi sul traghetto voglio però fare una piccola tappa a Scilla.
Proprio un km prima dell'uscita autostradale c'è una piccola area di sosta, mi fermo per consultare cartina e app per meglio capire dove lasciare il mezzo.
Mi colpisce una lapide con dei fiori, che ci ricorda con molta tristezza che siamo in Italia.
Scendo a Scilla, dove faccio una passeggiata sua bella spiaggia, u giretto per il borgo e un pranzetto nel porticciolo dei pescatori.
C'è un vento fortissimo che mi scuote il camper, ad un certo punto una raffica corica una barca che era in secca. Dopo poco arriva un vecchio pescatore, ci presentiamo e mi chiede se gli do una mano. In venti minuti la raddrizziamo, la portiamo più su in sicurezza e la tacchiamo per bene.(la barca è quella verde mare, pesava un sacco!)
Da Scilla è un attimo che sono ad imbarcarmi, faccio il biglietto online (80 euro camper e una persona A/R), il traghetto sbatte forte, questo è un tratto di mare considerato tra i più difficili del mediterraneo, oggi si capisce il perché.
Continua in Sicilia...
Edited by FurioGW - 12/2/2024, 07:38