Eccomi, stamane parto appunto in direzione nord, la strada è quella anticipata da Biancone. Dopo appena una ventina di minuti, mi gioco un grande jolly: la strada è larga ma ad una corsia per senso di marcia, un misto veloce.Procedo in leggera salita sugli 80/90 kmh e in uscita da una curva mi trovo un tir che a 100kmh ne sta superando un altro...
un muro a pochi metri, una esplosione a pochi decimi di secondo...sterzo e mi butto nella ghiaia, per fortuna tra il bordo strada e la scarpata c'è una banchina di oltre 2 mt, con un gradino a scendere dell'asfalto alto un palmo. Riesco a tenere il mezzo dritto li dentro e mi fermo, mentre mi sfilano altri tir superati da quel folle: gli autisti mi guardano e si passano la mano sulla fronte.
Avendo corso nei rally sono abituato ad improvvisare le manovre, ne ho viste tante nella vita. Non mi spavento, e riparto subito, ma penso cosa sarebbe successo se al posto mio ci fosse stato un giovane senza esperienza, o distratto con il cellulare in mano. Penso anche che in moto avrei fatto la stessa cosa, ma sarei sicuramente caduto nel ghiaione.
E se ci fosse stata subito la scarpata, la mia scelta sarebbe stato la stessa, mi sarei buttato ugualmente, non avevo scampo.
Polizia ce n'è tantissima, sia in postazioni che in movimento, ma ho letto che non riescono a tenere i georgiani a bada, non si capisce cosa hanno in testa. Vogliono cercare sempre di andare davanti agli altri,.nel traffico, negli incroci, nelle rotonde fanno dei numeri pazzeschi, altro che gli italiani!
Andiamo oltre, arrivo alla fortezza di Ananauri, che racchiude all'interno un antico monastero, mi fermo così penso a qualcos'altro.
Zampa, come di consueto, mi aspetta fuori in un lontano angolino all'ombra.
In tutti i parcheggi ci sono queste bande chiodate, per farti passare la voglia di uscire dall'entrata per non pagare l'obolo del parcheggio all'addetto.
Faccio un po'di km, poi mi colpiscono delle vecchie auto sul bordo strada, frenatona, abbandono il camper e vado.
È un vecchio demolitore/collezionista, parla georgiano e qualche parola di inglese, ma ci intendiamo alla perfezione, sapete com'è, tra appassionati!
Auto per auto mi fa la loro storia, mi fa sballare!
Ci sono anche auto con un passato storico, questa dice di essere appartenuta ad Eva Brown (non capisco se proprio quella o il modello)
E questa dice di essere quella dell'attentato a Schewarnadze, ex presidente georgiano che tanto si era impegnato per la lotta alla corruzione nel suo paese: mi fa vedere i vetri blindati e i segni dei proiettili
Non posso a meno di stringergli la mano, insieme ad una bella mancia, mi ha fatto passare una bella mezz'ora e dimenticare il mio, di scampato attentato!
Altri km e arrivo a Gudauri stazione sciistica a 2000 mt si altitudine, immagine della devastazione delle montagne.
Proseguo e poco più su mi fermo di nuovo, questo è il Monumento dell' Amicizia tra il popolo russo e quello georgiano. Le rappresentazioni in vivaci colori sono di momenti significativi della storia dei rapporti tra i due popoli.
C'è una bella vista, i picchi più alti sono dei quattromila.
Riprendo a salire la strada che ha ispirato anche Tolstoj, fortuna sua che allora non c'era il traffico di Tir odierno.
Sullo sfondo un cinquemilametri, che poi vedrò avanti più da vicino
E arrivo finalmente al valico, a quasi 2400 mt.
Si scende a 1700 mt rapidamente e si arriva a Stepansminda, ultimo paese prima della frontiera russa.
Siamo nell'impervia valle di Truso, nel cuore della catena montuosa del Caucaso.
La strada fa paura, è in condizioni pessime, dalle montagne cadono massi, in molti tratti i camion fanno fatica a passare, ma decido ugualmente di percorrerla fino alla frontiera.
E ci arrivo. Mi fermo un attimo, guardo la posizione su Maps e su Osmand, allargo con le dita, prima un poco poi ancora di più...qualche regione russa, poi via in Kazakistan, vastissimo, e poi la Mongolia: sogno.
Come è bello il mondo!
Un'altra vita non basterà ugualmente per girarlo tutto.
Giriamo il camper che è meglio, questo non sarà un ritorno, il viaggio continua. Un ritorno è quando si percorrono le stesse strade dell'andata, cosa che cerco sempre di evitare quando pianifico i viaggi.
Quindi si torna a Stepansminda, paese natale dello scrittore georgiano Kazbegi, ma prima del paese volto a destra e comincio a salire una ripidissima salita che mi porta a 2300 mt ad un alpeggio, un oasi di pace. Mi fermo qui, ho di fronte il picco del Kazbegi(5033 mt), che porta il nome dello scrittore
e sul retro, su una roccia, si erge il monastero di Tsminda Sameba, una chicca.
che raggiungo a piedi
Approffitto della fontana vicino al monastero per riempire i serbatoi di acqua di montagna, mi aspetto il georgiano che mi chiede un Lari, ma nessuno dice niente, guadagnano già abbastanza a portare su i turisti con i pulmini 4x4.
Poi scendo dal camper, prendo lo zainetto con due cose di sicurezza e, prima del tramonto, a passo veloce mi arrampico più che posso verso il maestoso cinquemila che ho davanti. Ad un tratto mi giro e guardo il monastero con la luce del tramonto
Salgo ancora, fino in cima alla prima elevazione, la montagna è li davanti, apperentemente vicina: eppure non basterebbe un giorno per arrivare sulla cima, 2500 mt di dislivello ci separano!
Mi volto ancora
È l'ora di scendere, e di corsa prima che arrivino i lupi, però mi fermo ancora su un nevaio a giocare con Zampa, gli tiro le palle di neve lungo il pendio, ha ancora la forza di andare giù e risalire più volte.
Arrivati al camper lo sposto sul prato, standi attento a non piantarlo e mi metto in un posto isolato. Perdo del tempo lo metto bene in bolla, è uno spot magnifico questo, me lo voglio godere.
Viene il buio, mentre cucino l'ultima polenta comprata a gennaio in Alto Adige con le salsiccie. Se non la faccio qua in cima, mi rimane nella credenza tutta l'estate!
Si alza il vento forte, accendo il riscaldamento.
E viene la notte