Non avevo ancora fatto un report di questo giro fatto insieme a mia figlia con partenza il 22 luglio, con partenza immediata nel
momento in cui il governo irlandese aveva modificato le normative anticovid, aprendo al turismo e rendendo possibile il nostro viaggio.
Sebbene io fossi già dotato di greenpass, mia figlia non si era ancora vaccinata. questo la obbligava ad un tampone molecolare effettuato la mattina prima della partenza, con l responso che ci sarebbe stato inviato via mail il giorno seguente mentre eravamo in viaggio, inoltre avremmo dovuto sbarcare in Irlanda entro 72 h dal test, pena finire in quarantena. Il trasferimento di avvicinamento è stato quindi veloce, avremmo voluto sostare 3/4 gg in Bretagna ma non ci è stato possibile.
Partiamo quindi da Acqui Terme (AL) la mattina alle 6 in punto, e nonostante perdiamo oltre mezz'ora in autogrill dopo il pranzo per sbloccare la serratura di una borsa della moto che non voleva più saperne di riaprirsi, alle 17.00 siamo in un alberghetto del centro storico di Tours, in Francia, dopo oltre 900 km.
Mezz'ora dopo siamo già a piedi avanti e indietro a visitare la città, cose che si possono fare se si viaggia su una moto comoda (parlo per me, perchè mia figlia si fa delle dormite anche di tre ore consecutive mentre viaggiamo).
Tours è una città storica bagnata dalla Loira, bello il lungofiume, magnifica la cattedrale, accoglienti i vicoli pieni di locali. Dopo tre ore di "tour a Tours" la serata finisce in un locale vegano (sic!): cosa non si farebbe per una figlia!
La mattina alle 8 siamo già in viaggio, abbiamo oltre 600 km per raggiungere Roscoff, dove alla sera ci imbarcheremo direttamente per Cork, nel sud dell'Irlanda.
Per i tempi ristretti per i motivi sopradescritti saltiamo Rennes, Saint Michel, Saint Malo', saranno mete per un prossimo giro e ci portiamo sulla costa nord della Bretagna, a Paimpol, grazioso paesino sul mare dove pranziamo (basta vegano, ora pesce!). nel pomeriggio seguiamo la costa, prima tappa Plougrescant, con le sua casa di pietra incastonata nella scogliera e protetta dalla furia del mare.
proseguiamo sulle stradine lungocosta, Perros-Guirec, Ploumanach, Tregastel sono i borghi più belli che meriterebbero ben più tempo.
Il caldo autostradale del giorno prima è già un ricordo, tanta acqua ci accompagna fino a Roscoff, dove dopo i lunghi controlli doganali e anticovid ci imbarchiamo.
La mattina alle 10 sbarchiamo a Cork (bello seguire le manovre della nave nella foce del fiume, per evitare i bassi fondali),
che non riusciamo ad abbandonare prima delle 12, perchè vengono ripetuti tutti i controlli fatti all'imbarco, con aggiunta di quelli con i cani antidroga. Chiaccheriamo con un brettone che esalta la sua Guzzi California (nuovo modello), peccato che si rompa in coda e non ne voglia più sapere di ripartire.
Raggiungiamo la penisola e il relativo capo di Mizen Head, nell'estremo sud ovest, ammirando i primi paesaggi irlandesi e scogliere magnifiche.
Da qui seguiremo tutta la Atlantic Way, ed in particolari i percorsi turistici della guida Michelin dai quali ho preso spunto per progettare il viaggio.
montiamo tenda alla sera su una piccola penisola sul mare vicino a Glengarriff, pace, tranquillità, passeggiata e cenetta con il fornellino da campeggio.
La mattina ci aspetta il Ring of Kerry, un bellissimo tracciato automobilistico di circa 200 km che segue tutta la costa della penisola di Iveragh. la guida consiglia di farlo in senso antiorario, quindi per raggiungere da Kenmare la costa nord a Glembeigh dobbiamo attraversare la penisola in mezzo alle montagne. Nonostante prepari attentamente i tracciati sul navigatore quando pianifico i viaggi, spesso controllando anche con Google earth, ci troviamo in zone davvero impervie, con stradine semi abbandonate larghe al massimo 2 metri e con al centro della carreggiata un grosso rialzo di tappeto erboso: davvero difficile guidare una Goldwing stracarica in simili condizioni, non è concesso l'errore. Più avanti la situazione migliora un poco, posso alzare la testa per ammirare i paesaggi.
Alla fine della giornata, dopo il periplo della penisola, ci ritroviamo pressapoco al punto di partenza, imbocchiamo e percorriamo la strada (bellissima) che attraversa il parco Nazionale di Killarney, e concludiamo la serata nella cittadina omonima.
La vita serale in questi paesi è allegra, tutta la gente esce di casa, affolla le vie e anima i pub: che allegria si respira, e quanta birra si beve!
Al mattino ripartiamo per alla volta della penisola di Dingle, questa volta il periplo è in senso orario, e il film che ci presenta la natura anche oggi è meraviglioso: spiagge immense, scogliere a picco, isole sparse, graziosi paesini immersi in una natura rispettata in modo rigoroso dagli abitanti. Ovvio che le strade siano di conseguenza strette e tortuose.
Curiosi i limiti di velocità, spesso a 100kmh dove ci sono curve da affrontare al massimo a 60. La auto viaggiano spedite, ma tengono rigorosamente la sinistra (mai visto qualcuno tagliare una curva), rasentando il bordo, spesso delimitato da un muretto a secco o una siepe, che sfiorano con gli specchietti: I dossi e i saliscendi sono continui, l'asfalto è spesso ondulato e avvallato, ma mai ci sono buche. Penso che se ci fossero delle strade così Italia, vista la negligenza dell'utente medio, ad ogni curva ci sarebbe uno scontro frontale.
Comunque decido di regolare il precarico al massimo, perchè qualche volta la sospensione posteriore va a fondo corsa, nonostante la somma del peso mio e di mia figlia faccia 115 kg appena, da sommare a circa 30 kg. di bagagli. Il comportamento migliora di molto, e anche il relax di guida.
Mi avventuro su una spiaggia infinita, la bassa marea ci permette di percorrerla in moto.
Raggiungiamo la punta sud occidentale della penisola (Slea Head), le cui scogliere sono il punto più occidentale del continente europeo.
Proseguiamo nel nord della penisola attraverso il tortuoso Connor Pass, paesaggi di selvaggia bellezza.
La giornata è lunga (e piovosa), percorriamo sempre stradine secondarie e attraversiamo il fiume Shannon con un battello, visto il meteo decidiamo di saltare le Cliff of Moher (nel viaggio visiteremo altre scogliere, io le avevo già viste in un giro precedente) e verso sera arriviamo a Galway: la pioggia insistente ci convince a dormire in un bed & breakfast.
La cittadina è piacevole da visitare a piedi, fiumi di Guinness scorrono nei pub, e anche nella mia gola.
La mattina piove ancora, ma la giornata migliora via via che ci avventuriamo nella regione del Connemara. Siamo immersi nella natura.
E alla sera la mia dolce compagna irlandese mi tiene compagnia, mentre mia figlia scopre di avere il padre ormai alcolizzato.
Qui in posa vicino al parente irlandese del famoso Teomondo Scrofolo (ricordate la trasmissione del Drive In?)
Nei giorni seguenti attraversiamo le regioni del Mayo e del Donegal. Triplichiamo i percorsi percorrendo tutte le penisole, ma ne vale davvero la pena, fino a raggiungere l'estremo nord dell' Irlanda. I paesaggi sono ancora più spettacolari, la natura più aspra., il clima piovoso e ventoso e le temperature tra gli 8 e i 17 gradi ci fanno immaginare alla vita invernale degli abitanti dei paesini sperduti.
Nei viaggi c'è sempre il momento in cui si sente di dover comprare qualcosa da portare a casa, un ricordo, dei regali: siamo sulle rocce di Sleave League, le più alte d'Europa (600 mt): conosciamo un ragazzo irlandese che lavora la lana, compriamo dei maglioni e dei berretti, a metà dei prezzi che vedremo nei negozi a Dublino.
Purtroppo le foto più belle dei paesaggi le ho scattate in modalità panoramica, e il sistema non mi permette di caricarle sul forum, perchè troppo "pesanti".
Siamo in cima all'Irlanda, si svolta verso Sud, non prima di un lauto irish breakfast:
Decidiamo di raggiungere Dublino evitando l'Irlanda del Nord, che segue le normative inglesi e con mia figlia senza greenpass avremmo problemi poi in frontiera all'uscita. Il trasferimento dura meno di una giornata, perchè alle 16 siamo già in un comodo campeggio alle porte di Dublino, dove ci fermeremo due notti e mia figlia farà il tampone che ci serverà per riprendere il traghetto.
Da Dublino ci buttiamo nell'interno attraversando un parco nazionale nelle Wicklow Mountains. nel pomeriggio raggiungiamo il porto di Rossiare, per imbarcarci alla volta di Cherbourg, in Normandia.
Nella cabina del traghetto approfittiamo per fare un bucato, con la scala della cuccetta che funge da stenditoio. La traversata dura 17 h.
Sbarchiamo in Normandia portandoci dietro il clima irlandese, destinazione per la costa nord con le spiagge teatro dello sbarco degli americani nella seconda guerra mondiale.
Sebbene gli abitanti vivano di turismo su questo evento, non immaginavo che la visita dei luoghi, dei cimeli di guerra, degli interessanti piccoli musei sparsi nei paesi mi toccassero così profondamente. Forse è anche la presenza di mia figlia, pensare che 48.000 ragazzi della sua età hanno lasciato la vita su quelle spiagge lontane!
Non riesco a caricare la foto del cimitero americano di Colleville, forse è meglio così. Un prato all'inglese curato come un campo da golf, le croce bianche di marmo si perdono all'infinito, su ognuna un nome.
La sera mi riprendo a Honfleur, un gioiellino di paese: il porto di forma quadrata al centro, le viuzze con le tipiche case medievali a graticcio, ovunque atelier di artisti.
Una piacevole atmosfera. Il campeggio all'entrata del paese, vicino alla vecchia torre del faro, permette di visitare il paese stesso a piedi.
La mattina seguente, attraversato il ponte di le Havre sopra la Senna, il più grande ponte strallato in Europa,
raggiungiamo Etretat, famosa per le falesie. Il paese è turistico, niente di speciale.
Ci dirigiamo per Rouen, nostra ultima tappa, la strada secondoria che costeggia la Senna ci permette di visitare le rovine della abbazia di Jumieges.
A Rouen, sistemati in un piccolo albergo vicino al centro, terminiamo il pomeriggio e la sera per le bellissime vie del centro, tutte con le case a graticcio, dominate dalla famosa cattedrale.
La Guinness è un lontano ricordo, ma questa birra è l'ultima del viaggio, ed altrettanto buona. Domani ci attendono oltre 1000 km, si torna a casa.
Aggiungo di seguito una delle cartine della guida Michelin con gli itinerari da cui ho preso spunto, e una carta della Atlantic Way, istituita nel 2014 e che ho percorso quasi totalmente con alcune divagazioni.
Edited by FurioGW - 14/1/2022, 23:27