Domenica 6 marzo: “belìn che bella l’Aurelia in inverno!”Col ca…
volo anzi no,
belìn che rientro a Milano via autostrada, perlomeno non via A10 e A26. Il colle di Tenda è chiuso, potrei infilare l’entroterra a Taggia e valicare il colle San Bartolomeo oppure il col di Nava da Imperia ma Carlo mi mette in guardia sul ghiaccio possibile tra Garessio e Ceva… ma l’ispirazione viene dal meteo: è uscito il sole!!! E allora via, lungo la costa, ho voglia di mare! Ma prima…
Prima mi regalo dieci minuti per percorrere “il Circuito”.
Dal 1947 al 1972 Ospedaletti fu sede del Trofeo Motociclistico di Sanremo che veniva disputato sul tracciato cittadino costituito dal Corso Regina Margherita, quasi rettilineo e dalla larga ma tortuosa circonvallazione a monte, Corso Guglielmo Marconi. Dal 2008 si tiene ogni due anni (a parte gli ultimi, per ovvie ragioni) una rievocazione storica che richiama collezionisti, appassionati e anche ex-piloti di fama mondiale: ho avuto il piacere di farmi autografare un opuscolo dal mitico Ago… Bene, mi faccio un giro sul “Circuito” immaginando le balle di paglia a protezione degli ostacoli mentre i muretti e i cordoli sono ben delimitati dagli scacchi bianchi e neri, il pubblico esulta, ecco BianConiglio su K1100 LT “Carpe Diem” che, in equilibrio sulla ruota anteriore, supera contemporaneamente Agostini, Lucchinelli, Nuvolari, Ascari e perché no, fa a sportellate con Sete Gibernau urlandogli “qui si fa motociclismo, mica danza classica!” in un crescendo Rossi- (Valentino) -niano… deve essere l’effetto della sambuca di ieri sera, seguita da un Basanotto… beh dai, riprendiamo l’Aurelia.
La strada da Ospedaletti a Imperia la conosco quasi a memoria ma me la godo lo stesso: a parte l’attraversamento di Sanremo e del capoluogo c’è pochissimo traffico e si guida benissimo. La cosa è negativa per l’economia locale, però. Questa riviera ha un clima mitissimo e sarebbe molto frequentata in ogni stagione ma tra l’aumento della benzina (Milano-Ospedaletti a/r sono 600 km, considerate carburante e autostrada) e la chiusura del Tenda che ha ridotto i flussi turistici da Cuneo e Torino, il tutto preceduto da due anni di restrizioni sanitarie, mi dice Carlo che riescono a stare aperti per il rotto della cuffia.
La tratta da Imperia a Diano Marina è una piccola Corniche tutta curve, a picco sul mare e con un bel punto panoramico a Capo Berta con monumento alla Milano-Sanremo appena prima di Diano ma attenzione, lo si vede solo all’ultimo momento ed è già poco facile entrarci in direzione Diano, non provateci in direzione Imperia, è pericolosissimo. Ecco, peccato che il cane di Garibaldi non abbia fatto la pipì qui…, se fosse passato Napoleone invece avremmo un bello spiazzo dove fermarci in sicurezza.
In lontananza scorgo il borgo di Cervo: decisione presa, mi fermerò lì, saranno vent’anni che non ci vado, forse di più. Sarà il sole, sarà la grazia del borgo, ma altro che Bormes-les-Mimosas, altro che Ramatuelle… Cervo è viva pur nella stagione non ideale, molte botteghe sono aperte, i turisti girano con discrezione, dei giovani chiacchierano sul sagrato della bellissima chiesa di San Giovanni Battista, il museo etnografico è aperto… che dire? Mi fermo a pranzo: bruschetta e Bellini (poco alcoolico) al sole ligure e la sosta dura due ore, chiacchiere con l’oste comprese.
La strada resta divertente da Cervo a Albenga passando per Capo Mele e Capo Santa Croce, poi la piana di Albenga è un dazio noioso che va pagato ma ci si torna a divertire da Borgio a Vado Ligure passando per Capo Caprazoppa e il bellissimo Capo Noli con la Spiaggia dei Saraceni: ah se anche qui fossero passati Napoleone o Garibaldi con i loro cani… invece è difficile fermarsi a scattare foto, riesco solo perché il traffico è scarso: non provateci a Pasqua, figuriamoci in estate…
Sono quasi le 15.30, meglio pensare al rientro, ma ci stavo già pensando: la ex-SS661 “delle Langhe”, da Montezemolo fino ad Alba, poi da lì Asti - Alessandria - Tortona – Milano. Punto quindi verso l’interno felicitandomi (…) che l’assurdo doppio limite di 80 km/h per le auto e 60 km/h per le moto sia stato tolto dalla ex-SS29 “del Colle di Cadibona”: adesso tutti a 50, perlomeno da Altare in su.
Al Bar dei Quattro Venti mi aspettavo di trovare la solita ressa di moto, esso sta all’Appennino ligure come la Raticosa sta all’Appennino bolognese, ogni weekend un raduno spontaneo degli intutati di mezzo Piemonte, eppure oggi ci sono parcheggiate solo quattro moto… “A quest’ora comincia il freddo” mi dice il gestore mentre mi serve il caffè, tuttavia quando esco e mi sgranchisco le gambe arrivano alla spicciolata due gruppi di sei-sette moto l’uno, altri girelloni che fanno la sosta pipì (senza cane).
Da qui ad Alba sono una quarantina di chilometri e, lo ripeterò allo sfinimento, la ex-SS661 al tramonto è qualcosa di spettacolare, a maggior ragione quando non ci sono né automobili né gli spietati-del-ginocchio-a-terra: poco dopo la mia partenza ne arrivano quattro, li lascio passare e poi mi godo tutta la strada da solo. DA SOLO!
… e il weekend finisce così: neanche due ore di autostrada e sarò a casa dopo circa 1100 km.
Prossimo giro? Sicuramente “Gente di Bosco e di Riviera” ma se riesco anche qualcos’altro!
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