Venerdì 11 marzo, nel pomeriggio un Frecciarossa mi conduce a Roma dove mi attendono la mia compagna e una sua amica che sono lì da martedì. Alloggiamo in un grazioso appartamento del circuito AirBNB a un passo da piazza Trilussa e a quattro da Santa Maria in Trastevere: nei vicoli la più genuina movida di Roma ulteriormente animata dai tifosi scozzesi che sono qui per il Sei Nazioni, nel cortiletto interno la quiete punteggiata dagli stridii dei gabbiani. Ero già stato a Roma per lavoro innumerevoli volte ma in queste trasferte era tanto se si riusciva a fare una passeggiata serale, non c’era mai tempo per visitare alcunché, e la mia sola visita turistica risaliva al 1991.
Sabato 12 marzo, visita guidata ai Musei Vaticani: Francesco (no, non “quel” Francesco…, bensì la nostra guida…) è preparato, competente e simpaticissimo: dispiace doverlo salutare dopo tre ore di visita in cui ci illustra i capolavori nel loro contesto storico con una narrazione ricca di aneddoti e gossip d’epoca e non (Carosello: rivolgetevi a
https://romeprivateguides.com). Segue ovviamente la visita per nostro conto alla Basilica di San Pietro ma non riusciremo a salire sul cupolone, che chiude alle 16. Le gambe riescono a condurci anche a Castel Sant’Angelo ma non lo visiteremo né saliremo al Gianicolo, abbiamo dato abbastanza per oggi.
Domenica 13 marzo: visita al Museo “Centrale Montemartini”: la sognavo da vent’anni, ovvero da quando vidi “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek; la scena iniziale si svolge nella Sala Macchine. Il Museo Montemartini coniuga l’architettura classica a quella industriale ambientando in una ex-centrale elettrica sulla Ostiense diverse statue della Roma antica che non trovavano più posto in altri musei capitolini: il connubio è straordinario e ha stupito anche le mie due compagne di visita che erano alquanto dubbiose.
Oltre alla Sala Caldaia e alla Sala Macchine sono degne di nota: un’esposizione temporanea (fino al prossimo 15 giugno) su “I colori dei Romani”, collezione di mosaici pavimentali e parietali; la sala del treno di Papa Pio IX che contiene le tre carrozze del treno papale risalenti al 1859; infine, commovente, il raccolto angolo dedicato a
Crepereia Tryphaena: ella fu una fanciulla morta diciottenne verso il 150 d.C., il cui sarcofago vene rinvenuto insieme a quello di un parente, Crepereius Euhodus.
Il corredo funebre di Crepereia comprende una bambola di avorio finemente intagliata e snodata. Ho ammirato a lungo lo scheletro di Crepereia composto nel sarcofago, senza fotografarlo per non essere troppo impudico, immaginando la vita che avrebbe potuto vivere quella ragazza alle soglie dell’età adulta, e l’ho immaginata giocare con quella bambola così simile, anzi ancor più raffinata di una “Barbie” del nostro tempo, che l’ha accompagnata nel sonno eterno per giungere fino a noi.
Nel pomeriggio, una veloce visita a Santa Maria Maggiore dove Francesco (sì, stavolta “quel” Francesco) ogni tanto fa una improvvisata e poi Termini, da dove un Frecciarossa ci riporterà comodamente a Milano.
Qualche foto
QUIEdited by IL_Bianconiglio - 16/3/2022, 17:07