Attesa da molti appassionati del marchio, annunciata dallo scorso anno, la nuova Moto Guzzi Stelvio fa capolino sul web con foto “rubate”, inizia la bagarre su cosa è lecito o meno nella sacralità di Mandello.
Il bello è anche questo, un marchio come Moto Guzzi resta ancorato tra amanti e detrattori su schemi che restano intoccabili, un po’ come per Ducati prima della “presunta blasfema” introduzione del V4. Ogni uscita Moto Guzzi porta con sé moti di divina ammirazione, o di bolle papali per il sacrilego maneggio delle teste, o di indifferenza esplicitata da parte dei moto-atei che con finto cinismo commentano o criticano più o meno tecnicamente la tradizione Moto Guzzi.
Finite le ciance, siamo alle prese con una nuova accelerazione del gruppo Piaggio, che nella roadmap di rinnovamento delle sue gamme aveva inizialmente stabilito un nuovo modello ogni anno, quindi un anno Moto Guzzi e il successivo Aprilia. Quest’anno però le novità sono diventate due, la nuova Aprilia RS457 e la nuova Moto Guzzi Stelvio.
La nuova endurona da viaggio, o adventourer, di Mandello è derivata direttamente dalla piattaforma della crossover V100, che per Moto Guzzi è stato un vero e proprio spartiacque tecnologico, tradizione e innovazione insieme, motore trasversale di 90° ma completamente riprogettato, arrivando a ruotare le teste, scontentando qualche purista, ma regalando giovinezza e lunga vita alla tradizione.
La nuova Stelvio, attesa dai guzzisti di lunga data, ma anche da quelli che vista la nuova produzione iniziano a guardare con interesse al blasone italiano, in un segmento molto venduto dove il GS la fa da padrone, ma su una cilindrata dove dopo il successo della V85TT, Moto Guzzi non poteva pensare di stare lontana.
leggi l'articolobentornata stelvio